“L’evoluzione della rete di telecomunicazioni verso una piattaforma trasmissiva in grado di supportare tanto le comunicazioni interpersonali che lo scambio di contenuti digitali di varia natura ha profondamente modificato la stessa architettura di rete, che si è arricchita di elementi specializzati nella gestione delle cache necessari a sostenere l’enorme aumento di contenuti ad alti volumi di traffico. In questo scenario, i Content Delivery Network provider (CDN) hanno acquisito maggiore importanza di intermediario nella gestione dei contenuti. Pertanto, appare evidente il loro inquadramento tra gli elementi di rete e, quindi, ricomprenderli nella disciplina del Codice delle Comunicazioni Elettroniche”, così Asstel – Assotelecomunicazioni commenta quanto ha riportato nell’ambio della consultazione pubblica dell’AGCOM in materia di applicabilità del regime di autorizzazione generale per la fornitura, il possesso, la gestione o il controllo di un’infrastruttura CDN sul territorio nazionale per la distribuzione dei contenuti via Internet, con l’obiettivo di promuovere un regime autorizzatorio autorizzato per tutti i CDN provider ei Content and Application Provider(55/25/CONS).
“La riflessione di AGCOM parte dall’esperienza effettuata nell’accompagnare l’ingresso di DAZN nel mercato nazionale dei contenuti on line, che ha consentito alla stessa Autorità di aver una visibilità completa sulle complesse dinamiche di interazione tra reti di comunicazioni elettroniche tradizionali e reti a supporto della trasmissione dei contenuti live, tipicamente strutturate proprio sulla presenza di CDN.
In attesa di capire quali saranno gli sviluppi del quadro regolamentare in base alle proposte che la Commissione europea formulerà con l’avvio dell’iter del Digital Network Act, l’impostazione di AGCOM – coordinatore dei servizi digitali, pertanto chiamata ad applicare e vigilare sull’applicazione del DSA – suggerisce una prima risposta, coerente con il vigente quadro regolamentare di settore, all’istanza di parità di condizioni regolamentari tra gli attori dell’ecosistema digitale e di eliminazione delle asimmetrie, in linea con gli obiettivi indicati dal Libro Bianco della Commissione Europea per rispondere alle esigenze di infrastrutture digitali in Europa.
La misura scelta dall’Autorità per includere le CDN nell’ambito della disciplina del Codice delle Comunicazioni Elettroniche risponde ad un approccio proporzionato e identifica un requisito minimo utile anche ai fini dell’ottimale applicazione nell’ordinamento nazionale del Digital Service Act.”