Manifesto per la Crescita Digitale dell’Italia
La visione della filiera delle telecomunicazioni per un Paese più connesso, competitivo e innovativo.
Indice
Chi siamo - Una filiera unita per il futuro digitale dell’Italia
Perché un Manifesto
Le contraddizioni del presente
Il potenziale c’è ma è bloccato da regole e da squilibri sistemici. La nostra filiera è frenata da norme asimmetriche, da costi insostenibili. Necessarie semplificazioni dei processi autorizzativi, rispetto del principio di mere conduit (e conseguenti idonei rimborsi ogniqualvolta il legislatore ci attribuisce compiti ultronei), sostegno all’innovazione ed estensione all’accesso al credito d’imposta a tutte le attività di Ricerca & Sviluppo svolte sul territorio nazionale.
A questi si aggiunge l’aumento del costo delle materie prime, che incide trasversalmente su tutta la filiera e mette ulteriormente sotto pressione la sostenibilità economica degli investimenti. Ma attenzione: non è solo un problema dell’Italia, lo è dell’Europa tutta. La competizione con gli Over the Top avviene in condizioni impari, mentre l’aumento degli oneri e la frammentazione del mercato ostacolano investimenti e innovazione. Per questo sarebbe opportuno implementare modelli di cooperazione per lo sviluppo delle nostre infrastrutture, funzionali all’erogazione dei loro servizi.
Negli ultimi 10 anni le telecomunicazioni hanno speso quasi 80 miliardi fra nuove infrastrutture e licenze, a discapito della loro capacità di generare cassa e remunerare gli investimenti. Negli ultimi 15 anni, nel paniere ISTAT, il peso dei servizi di comunicazione continua a diminuire, mentre la loro importanza nella vita delle persone è sempre più centrale.
Questo fenomeno riflette una contraddizione significativa: a fronte di un utilizzo sempre più pervasivo e strategico delle telecomunicazioni, con il traffico consumato da famiglie e imprese in continua crescita, il settore ha visto un calo continuo dei ricavi e dei margini (rispettivamente -15% e -35% in 10 anni), che ne ha compromesso la sostenibilità economica e la capacità di investimento. Ma non solo: regole definite 20 anni fa non sono state adeguate alla realtà del presente, all’affacciarsi di nuovi modelli di business e di attori che spesso operano in Italia ma non sono presenti sul territorio nazionale. Se un tempo c’erano solo le imprese di TLC, ora ci sono realtà come gli OTT o gli Hyperscalers: il tutto ha portato a modelli di competizione transnazionali, in cui le differenze normative e regolatorie possono determinare il successo o l’insuccesso delle aziende.
È urgente intervenire sulle distorsioni di un mercato che penalizza chi investe, innova e crea lavoro.
Servono riforme strutturali, subito!
Il nostro programma: 7 leve strategiche per il rilancio del settore

1. Regole chiare in Italia e in Europa per attrarre investimenti
Promuoveremo un quadro normativo stabile, competitivo e trasparente, che garantisca pari condizioni di mercato e favorisca l’innovazione. Lavoreremo a supporto delle istituzioni locali, nazionali ed europee per favorire la nascita di interventi mirati per rendere il settore più attrattivo, sostenibile e orientato alla crescita. Non vogliamo più regole, ma le stesse regole per tutti.
2. Infrastrutture digitali per lo sviluppo
Continueremo a sostenere con determinazione gli investimenti in connettività avanzata e nella digitalizzazione dei nodi strategici del Paese – porti, aeroporti, distretti industriali, stazioni – per accelerare la trasformazione dei servizi, rafforzare la manifattura e abilitare l’industria 5.0, nella convinzione che le TLC siano un elemento essenziale per la modernizzazione dell’economia italiana. Investire in infrastrutture digitali significa anche rafforzare la sovranità digitale nazionale e garantire la sicurezza delle reti, presidi strategici per l’autonomia tecnologica e la resilienza del sistema Paese. Ma con una richiesta chiara: che questi investimenti abbiano un ritorno, come accade in ogni settore industriale. Per questo auspichiamo degli interventi che li facilitino rendendoli meno onerosi e incentivandone di nuovi.


3. Costo delle frequenze sostenibili
Chiediamo sin da subito una revisione dell’allocazione delle frequenze, in un’ottica non onerosa, in linea con la reale redditività dei servizi così come fatto negli ultimi mesi già da altri paesi europei.
4. Energia a costi competitivi per la filiera
Siamo il settore che più consuma energia, ma non siamo considerati energivori non avendo quindi acceso ai relativi sgravi: un problema strutturale da risolvere. Servono interventi normativi e regolamentari che riconoscano il ruolo strategico delle imprese ad alta intensità energetica, con misure volte ad incidere su oneri, fiscalità e meccanismi di premialità per l’accesso all’energia da fonti rinnovabili. Le imprese della filiera, che garantiscono consumi stabili e supportano l’equilibrio del sistema elettrico, devono operare in un contesto coerente con gli obiettivi della transizione digitale, senza essere penalizzate da costi sproporzionati che rallentano sensibilmente lo sviluppo del cloud e delle infrastrutture digitali.


5. L’evoluzione dei Call Center
Promuoveremo interventi strutturali per accompagnare la trasformazione del settore dei call center, messo in crisi dall’esplosione dei canali digitali e self-service che riducono drasticamente il traffico delle telefonate tradizionali. Servono programmi di riqualificazione verso nuove mansioni e una revisione normativa che introduca chiamate a pagamento ed estenda gli obblighi di assistenza anche agli Over the Top, per garantire un modello più sostenibile ed equo.

6. Competenze e lavoro qualificato per competere
Spingeremo per politiche industriali lungimiranti, strumenti di flessibilità moderni e percorsi di formazione continua, convinti che il lavoro qualificato debba essere riconosciuto come leva strategica di competitività e innovazione e non come una voce di costo da comprimere. In particolare, sottolineeremo l’esigenza di coniugare la crescita dell’impresa con quella delle persone che vi operano: non può esserci sviluppo sostenibile dell’una senza l’avanzamento dell’altra.


7. Rappresentanza forte, unitaria e inclusiva
Con un modello associativo rinnovato e un Gruppo di Lavoro Strategico operativo consultivo degli Organi Direttivi, Asstel garantirà una rappresentanza autorevole, coesa e orientata ai risultati. Sosterremo con la massima efficacia le priorità della filiera, accelerando i processi decisionali e valorizzando ogni componente del settore. Asstel e le imprese associate si impegnano a offrire alle istituzioni un contributo costruttivo, competente e unitario.
