“La Filiera delle Telecomunicazioni ha bisogno di decisioni rapide di politica industriale: senza scelte tempestive rischiamo di compromettere la competitività digitale del Paese”. Così il Presidente di Asstel, Pietro Labriola, a commento dell’incontro che si è tenuti ieri con MIMIT, MEF, Ministero del Lavoro, Dipartimento per la trasformazione digitale le organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL Telecomunicazioni e Federmanager.
Per Labriola sono sei le priorità per il rilancio del settore: “Regole eque e chiare per attrarre investimenti, condizioni favorevoli allo sviluppo infrastrutturale, un sistema più semplice e trasparente per il rinnovo delle frequenze, il riconoscimento del settore come industria ad alta intensità energetica, interventi strutturali per il comparto dei call center e politiche industriali che sostengano formazione continua e nuove forme di flessibilità del lavoro.
“L’incontro di ieri – ha aggiunto il Presidente di Asstel – ha confermato la centralità delle infrastrutture TLC per la competitività e l’innovazione del Paese. Il 5G è un abilitatore fondamentale per le imprese italiane e per la crescita economica e l’allocazione dello spettro non è solo una questione tecnica, ma anche industriale e
È fondamentale – ha proseguito – evitare logiche di breve periodo che potrebbero rallentare la trasformazione digitale e incidere sulla qualità dei servizi. Serve un quadro regolatorio stabile e sostenibile, capace di tutelare occupazione, investimenti e sviluppo tecnologico”.
Nel corso dell’incontro anche le organizzazioni sindacali hanno condiviso la necessità di interventi urgenti di politica industriale, riconoscendo l’importanza di un contesto regolatorio certo per garantire stabilità e crescita del settore. “Il recente rinnovo del CCNL TLC – ha concluso Labriola – dimostra il forte senso di responsabilità dell’industria, che, pur in un contesto di riduzione dei ricavi e ingenti investimenti nelle reti, ha scelto di valorizzare il contributo delle persone e di rafforzare la solidità complessiva del comparto”.
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