“Le reti di telecomunicazioni costituiscono le fondamenta invisibili della digitalizzazione. Se vogliamo che l’Italia diventi davvero un hub digitale attrattivo, dobbiamo investire sulle competenze, rafforzare le sinergie tra pubblico e privato e creare condizioni che consentano di trattenere e attrarre i talenti” – ha dichiarato Laura Di Raimondo, Direttore Generale di Asstel – Assotelecomunicazioni, intervenendo al Symposium 2025, organizzato da IDA, nel panel “Costruire il capitale umano dei Data Center: formare oggi i professionisti di domani”.
Di Raimondo ha evidenziato come la sinergia tra telecomunicazioni e data center sia un passaggio imprescindibile per lo sviluppo digitale del Paese. “TLC e Data Center sono un’alleanza naturale: senza reti non c’è digitalizzazione, senza infrastrutture di calcolo non c’è capacità di gestire i dati. È su questa complementarità che dobbiamo costruire una filiera italiana dei talenti, che non solo risponda ai bisogni delle imprese ma sappia attrarre giovani professionisti e valorizzarli”.
Un impegno che la filiera TLC sta già portando avanti: dalle iniziative di formazione permanente e riqualificazione professionale, alla promozione dei nuovi modelli di organizzazione del lavoro, ormai adottati dalla quasi totalità delle imprese associate. “L’esperienza ci dimostra che la competitività nasce anche dall’investimento nelle persone: per questo Asstel è impegnata su upskilling, reskilling e percorsi formativi certificati, così da accompagnare e guidare le trasformazioni in atto. In questa prospettiva, un ruolo centrale è giocato dalla formazione permanente, da intendersi non solo come aggiornamento, ma come leva strategica per sviluppare le competenze digitali emergenti. Investire in questo ambito significa rendere sia le persone sia le organizzazioni protagoniste attive delle trasformazioni tecnologiche e produttive in atto.” – ha aggiunto Di Raimondo.
Nel suo intervento ha richiamato tre priorità per il settore: competenze e formazione; flessibilità e gestione delle transizioni lavorative, per rendere la filiera più resiliente e inclusiva; sostenibilità energetica ed pari condizioni normative e regolamentari con le Big Tech,
“Il Manifesto per la crescita digitale dell’Italia promosso da Asstel ribadisce con forza che il lavoro qualificato non deve essere considerato una semplice voce di costo da comprimere, ma una leva strategica per la competitività e l’innovazione. Non può esserci uno sviluppo sostenibile dell’azienda senza un parallelo avanzamento e una valorizzazione delle persone che vi operano. Il futuro digitale del Paese dipende dalla capacità di costruire una vera filiera italiana dei talenti: una rete di competenze, professionalità e investimenti che permetta all’Italia di competere con i grandi attori globali e guidare le transizioni in corso” – ha concluso Di Raimondo.
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